Il trapianto di barba e baffi è un intervento di chirurgia estetica che consente di aumentare la densità dei peli nelle zone soggette a diradamento a causa di problematiche fisiologiche o traumatiche.
Ma come funziona un trapianto di barba e baffi?
Cos’è un trapianto di barba e baffi
Quando si parla di trapianto di barba e di baffi segue tutto l’iter del trapianto di capelli FUE classico ma la zona ricevente è quella della barba o dei baffi. Secondo alcune statistiche riportate dal censimento 2020 dell’ISHRS, l’aumento di queste operazioni è stato del 196% dal 2012 al 2014 e del 121% dal 2014 al 2019, segno che il trend è in forte crescita.
Ciascuna operazione di autotrapianto è completamente indolore, essendo eseguita in regime di anestesia locale; la durata è variabile fino a 6-8 ore nel caso in cui l’area da trapiantare sia estesa.
Nella maggior parte dei casi, le unità follicolari o “grafts” sono estratte da una o più aree donatrici come la parte posteriore del capo, nota come zona occipitale, oppure la parte bassa del mento. In alcuni casi è anche possibile che l’estrazione avvenga da peli di altre parti del corpo.
Chi può sottoporsi a trapianto di barba e baffi
I candidati ideali per un autotrapianto di questo genere sono quegli uomini che non hanno mai sviluppato una barba folta oppure ne hanno perso una porzione significativa a causa di un trauma. Altri casi che possono portare a ricorrere a questo intervento sono presenza di cicatrici o scottature.
Si possono sottoporre a questo intervento anche i pazienti transgender che sono in fase di mascolizzazione.
In ogni caso, la maggior parte delle cliniche offre un servizio di consulenza iniziale gratuito nel quale ci si può confrontare con un medico sulla propria condizione e discutere dei risultati che si possono raggiungere.
Come avviene l’operazione
Visite pre-operazione
La fase precedente all’operazione è fondamentale in quanto si determinano le cause dell’assenza dei peli e si valutano i risultati ottenibili. A seconda dei casi e degli obiettivi individuali, si suddivide l’area facciale in diverse regioni come i baffi, il mento , la parte centrale, le basette, che dovranno ospitare peli con densità differenti.
Sulla base di questi risultati, il chirurgo si fa un’idea della quantità di unità follicolari che devono essere estratte dal paziente.
Operazione
Una volta determinata la quantità di unità follicolari da estrare, il giorno dell’operazione il chirurgo attinge dalle principali zone donatrici. La prima è la zona occipitale, costituita da capelli non soggetti a caduta. In secondo luogo, il chirurgo può prelevare i peli dalla barba stessa nella zona del basso mento.
La tecnica usata per l’estrazione è solitamente la FUE, che può essere anche eseguita con strumentazione a punta di zaffiro.
Post-operazione
Durante la convalescenza è importante per il paziente non toccare gli impianti con eccessiva pressione nei giorni immediatamente successivi all’operazione, così come non esporsi alla luce diretta del sole.
Nel caso in cui si presentino delle complicanze, come la presenza di infezioni, bisogna immediatamente contattare il proprio medico curante.